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STORIA DELLA MEDICINA

lunedì 12 aprile 2010

La cura della follia

Molto famosa e ricca di complessi elementi interpretativi è l’opera di H. Bosch, intitolata La cura della follia. Il significato dell’opera è riassunto nella scritta a caratteri gotici: “Meester snyt die Keye ras // Myne name is lubbert das “ , la cui traduzione corrisponde a “Maestro cava fuori le pietre, il mio nome è lubbert das”.
Si può osservare un medico medico ciarlatano (come copricapo ha un imbuto -simbolo di sapienza- e alla cinta è appesa una borsa piena di monete, espressione di facili guadagni) che tenta di estrarre dalla testa dello sprovveduto paziente le pietre della follia. Lubbert das infatti significa letteralmente “bassotto castrato”, sempliciotto, persona gabbata.
Si può osservare anche una monaca che tenendo in equilibrio sul capo un trattato di medicina, medita sulle follie e sulle stupidità terrene.
Da notare il pugnale che trapassa la borsa appesa al fianco del paziente, al fine di rubare il denaro dalla tasca dello sprovveduto e malcapitato paziente.
Bosh esprime quindi l’autentico atto clinico del ciarlatano (chiamato Maestro) che è l’estrazione dei soldi dalla tasca del povero paziente.
La credenza che con un intervento chirurgico sulla cervice si potesse togliere dal capo la “pietra della follia” era schernita nel ‘500 come pratica ciarlatanesca: il soggetto si lega perciò allo spirito popolare e alle prediche morali contro la vanità dell’arte medica. Per Bosch la vita è un perpetuo ricorrere dei peccati e delle follie che tengono l’uomo lontano da Dio


Riferimento:
H. Bosch, La cura della follia, 1490 circa, Madrid, Prado


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